L’economia circolare è un nuovo modello economico e produttivo.
Si contrappone al modello lineare, che ha caratterizzato gli ultimi 150 anni di storia industriale, basato su estrazione delle risorse, produzione, consumo e smaltimento dei rifiuti. Un sistema che oggi non è più sostenibile perché comporta un grande spreco di valore e un enorme impatto ambientale.

Il paradigma alternativo rappresentato dall’economia circolare si basa invece sul riuso, sulla rigenerazione e sul recupero di efficienza trasformando quelli che oggi consideriamo rifiuti in nuove risorse.

Si tratta di un modello economico efficiente, a basse emissioni di CO2, che esprime un alto livello di innovazione in grado di aprire nuovi mercati e creare nuovi posti di lavoro, alla cui base c’è una società che riutilizza, ripara, ricicla i materiali e i prodotti esistenti.

L’economia circolare è un sistema in cui la vita di ogni prodotto, dalla sua progettazione al suo smaltimento, è organizzata in modo da evitare possibili sprechi di risorse

Il cambio di prospettiva realizzato attraverso l’economia circolare può avere un impatto importante anche sotto il punto di vista strettamente economico.

Secondo l’ultimo studio realizzato dalla Ellen MacArthur Foundation in collaborazione con il McKinsey Center for Business and Environment, dal titolo “Growth Within: a circular economy vision for a competitive Europe”, il passaggio dal modello lineare a quello circolare permetterebbe, infatti, una crescita dell’11% del PIL europeo entro il 2030 (7 punti percentuali in più rispetto alla crescita consentita dal modello lineare), una riduzione delle emissione del 48% (che potrebbe salire all’84% entro il 2050) e una aumento del reddito a disposizione delle famiglie pari al 18%.

L’economia circolare rappresenta dunque una delle principali sfide per l’economia europea e italiana, in grado di offrire nuove possibilità ed enormi risparmi.