Anche in Italia l’interesse per l’economia circolare è cresciuto negli ultimi anni.
Lo testimoniano gli studi, gli incontri e le iniziate organizzate sul tema da associazioni di categoria, fondazioni, centri di ricerca.
Tra queste, solo per citarne alcune, la Fondazione Symbola, che in collaborazione con Kinexia Spa ha pubblicato il Rapporto “Waste End. Economia circolare, nuova frontiera del Made in Italy”, la Fondazione Sviluppo Sostenibile, impegnata dalla sua nascita nello sviluppo della green economy in Italia e organizzatrice della Conferenza Hi-Tech&Ambiente 2015 interamente dedicata al tema della circular economy, l’Osservatorio sulla Green Economy dell’Istituto di Economia e Politica dell’Energia e dell’Ambiente dell’Università Bocconi autore della pubblicazione “Economia circolare: principi guida e casi studio”.
Dal lato delle istituzioni il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha recentemente annunciato la prossima presentazione del “Green Act”, che, nelle intenzioni del Governo, avrà proprio l’obiettivo di sostenere l’economia circolare in Italia, favorendo un minore utilizzo di materie prime e la riduzione della produzione di rifiuti.
La conoscenza dell’economia circolare in Italia resta però ancora limitata: secondo un’indagine effettuata da Criet-Ipsos e pubblicata nel marzo 2015 da Il Sole 24 Ore su 231 aziende intervistate l’8% ha già investito sull’economia circolare ma circa il 50% non ne conosce il significato.